Alla scoperta di MEMO

26 Gen 2016

 

MEMO cover

 

MEMO evoca la memoria. La memoria che fa rivivere ricordi, sensazioni, emozioni. L’eccitazione del viaggio e il piacere della scoperta, che conducono verso mete lontane, attraverso il senso dell’olfatto. Fragranze uniche, intriganti e avventurose, che cominciano a prendere vita nel 2007 dalla mente dei fondatori Clara e John Molloy e dal feeling creativo nato con il Naso Aliénor Massenet.

“Il viaggio è la destinazione” lo slogan perfetto per tradurre in parole ciò che il marchio di vuole trasmettere. In particolare, con Cuirs Nomades, la seconda collezione dedicata interamente al cuoio, la materia prima che più si avvicina all’affascinante tema del viaggio. Ecco, dunque le parole della fondatrice Clara Molloy, che illustra l’ispirazione di questa collezione composta, per il momento, da quattro fragranze…

Come è nata la collezione Cuirs Nomades?

L’idea per questa collezione scaturisce dal desiderio di sviluppare un materiale più in profondità, come se si aprisse un ventaglio. Quando si è trattato di stabilire una nota olfattiva, il cuoio è stata la scelta ovvia. La storia di Memo è legata al viaggio e il cuoio è l’incarnazione di questo tema. Sin dall’inizio ha fatto parte del DNA del brand, è stato presente nei nostri stand di presentazione e perfino alcune delle confezioni delle nostre special edition sono già in cuoio.

Perché scegliere di puntare i riflettori sul cuoio, che è una nota per conoscitori esperti?

Memo ha sempre optato per una profumeria haute couture che sia creativa, originale e inattesa. Applicare questo approccio olfattivo al cuoio è un progetto molto stimolante.

Da dove viene l’idea del nome?

“Cuirs Nomades” riprende il tema del viaggio tanto caro a Memo. Trovo magnifico il termine “nomade”. Uno stile di vita sedentario, un’esistenza eccessivamente radicata che manca di movimento e sorpresa non può essere creativa. Il nomadismo è una forma di libertà, una forza vitale.

 

Irish

 


IRISH LEATHER

Una fragranza dalle note verdi decise, che evoca la meravigliosa terra d’Irlanda, le distese sterminate, la vegetazione rigogliosa color verde smeraldo. L’aria frizzante, l’erba bagnata e l’aroma avvolgente del ripostiglio delle bardature all’interno della stalla vengono tradotte in profumo da un elegante accordo verde, caratterizzato da sfumature legnose, cuoiate, ambrate.

Le parole del Naso Aliénor Massenet:

Qual è stato il suo primo cuoiato da profumiere?

Irish Leather è la mia prima, vera fragranza del genere! Quindici anni fa ho lavorato su una fragranza che aveva più che altro una pelle “bianca”, un po’ l’idea di una borsa fatta a mano, ma è rimasto una bozza. Ho creato Only the Brave di Diesel con lo storace, che gli conferisce un accento affumicato, ma l’intenzione non era di finire con il cuoio. In un certo senso questa nota fa parte della mia collezione personale, è stata con me molto tempo. Con Memo è arrivato il momento giusto per dare forma a questo progetto e quando Clara ha espresso il suo desiderio di creare una collezione centrata sul cuoio ne sono stata molto felice.

Come evolve questa nota?

Mi sono battuta per una nota più intensa e ho giocato di più con i contrasti tra magnifiche note speziate naturali e la base caratterizzata da una nota di ambra legnosa, utilizzando un ingrediente esclusivo IFF che quindici anni fa non esisteva. Questo è ciò che rende possible dare un tocco vibrante e moderno alle essenza e alla concrete che abbiamo conosciuto per lungo tempo.

Come descriverebbe Irish Leather, la fragranza inaugurale della collezione Cuirs Nomades, a qualcuno che dovesse sentirla per la prima volta?

Ha una nota di testa di zenzero e bacche di ginepro, come annusare una goccia di gin: è freddo come il pepe, ma non così speziato. C’è il lime, un’ottima qualità di mandarino, che è piuttosto concentrato e gli dà colore. In alcune varietà di mandarino domina la buccia, sono volatili e sfuggono sulla pelle, mentre questo persiste. Ci sono anche pepe e salvia. E il cuoio gradatamente si forma e assume una sfumatura verde. Irish Leather contiene assoluta di matè che dà spessore e pienezza, ma non l’effetto tè cinese affumicato. C’è solo una leggera traccia di tè verde.

 

Italian

 

ITALIAN LEATHER

Una fragranza liberamente ispirata al Paese dei sognatori per eccellenza. Il profumo del pellame dei sedili rosso fuoco di una romantica cabriolet fa da colonna sonora alla fuga di due innamorati che guidano verso la campagna e si lasciano alle spalle la grande bellezza di Roma. All’interno della composizione, il contrasto tra la semplicità delle foglie dei pomodori verdi e il fascino sofisticato del cuoio, sublimato da un dolce fondo di mirra e assoluta di vaniglia.

I ricordi di Clara e il suo legame con i paesaggi italiani:

Dopo Irish Leather, il primo capitolo della collezione Cuirs Nomades, com’è nato questo desiderio per l’Italia?

L’Italia è legata alla mia storia personale. Dopo gli studi mi sono messa in viaggio con la mia migliore amica verso Venezia e Firenze, in un momento in cui era più comune trascorrere le vacanze a Ibiza o Mykonos… Pochi anni dopo ho fatto un giro delle campagne in auto, fermandomi in molti posti, facendo parecchie deviazioni, senza prenotare nulla… E poi mi sono fidanzata in Italia, a Venezia… Ogni volta che parto per un viaggio romantico con mio marito è sempre verso il paese dei gelati e della stracciatella. E quando lui vuole regalarmi qualcosa che amo davvero, in occasioni speciali, conosce bene la strada per Buccellati! L’Italia non è mai troppo lontana dai miei pensieri.

Quale altro aspetto del cuoio ha voluto presentare?

Italian Leather ha due elementi complementari. È un cuoio gourmand che evoca colori caldi, pulsanti, vibranti. Per me è il rosso dei sedili in pelle di una decappottabile, un cuoio morbido e piuttosto brillante, giovane e celebrativo. Ma è anche un cuoio molto naturale e modernamente botanico, con tocchi dell’orto.

Qual è il suo desiderio per questa nuova fragranza? Quali parole, immagini e sogni hanno costituito la base dei suoi dialoghi con Aliénor?

Il cinema italiano è familiare a entrambe. E avevamo in mente la classica immagine di Audrey Hepburn con il foulard a bordo di una Vespa… La collezione Cuirs Nomades offre un’interpretazione leggera e aggraziata del cuoio. Questa versione gourmand vuole riflettere la raffinatezza italiana, l’atmosfera chic e allo stesso tempo rilassata. L’immagine precisa che ho descritto ad Aliénor è quella della pelle nuda a contatto con il sedile in cuoio o il volante rivestito in pelle di una bella auto italiana… Un cuoio che evochi l’arte dell’intarsio, ma con un motore ruggente…

 

French

 

FRENCH LEATHER

Lo stile francese viene rappresentato da un accordo di pelle che emerge da una rosa appena sbocciata. L’immagine evocativa è quella di una donna parigina seduta ad un cafè, assorta nei suoi pensieri. La borsa appoggiata accanto a lei è leggermente aperta, si intravede appena il morbido camoscio che profuma dolcemente, rivelando una parte intima della sua misteriosa personalità.

Aliénor parla così della sua creazione:

Quale ingrediente ha guidato in maniera decisiva la sua visione di French Leather?

French Leather appartiene alla collezione Cuirs Nomades. Il cuoio ci ha sempre guidati in questa linea. Mi piacciono i contrasti, muoversi dal caldo al freddo e questa nota dà subito una caratterizzazione forte, che deve essere maneggiata con cura. Per French Leather abbiamo utilizzato il camoscio, come fosse l’interno di una borsa. Dà all’istante l’idea di un ambiente intimo, un senso di promiscuità.

Quale elemento ha innescato la creazione (un oggetto, una storia, un elemento visivo…)?

Clara mi ha spedito le foto di tutti i ponti di Parigi. Un ponte è un bel simbolo per un profumiere. Traccia un percorso, come un sentiero, un arcobaleno, una progressione che si sposta da una riva all’altra. Dalla rosa al camoscio, dal più leggero al più intenso. È un panorama in cui l’acqua è circoscritta su tutti i lati e controllata. Lei ama il ponte di Tournelle, di fronte al ristorante La Tour d’Argent. Lo vediamo sulle foto che presentano la fragranza. Il ponte porta dal Quai Saint Bernard all’Ile Saint Louis. Lo sorveglia una statua di Saint Genevieve, patrona di Parigi. È un luogo magnetico, che merita il proprio profumo…

Come si avvicina un profumiere alla rosa? Come a un case study, a un mistero?

Guardi Saint Genevieve: che donna, che carattere, una vera parigina! Ha fatto scappare gli Unni e anche Attila ha rinunciato all’idea d’invadere Parigi… Questa rosa doveva somigliare a lei, senza essere insipida o scadente. Una dimensione cruda, animale, aperta, ma anche piena di equilibrio e precisione.

 

African
AFRICAN LEATHER

Dalla savana alle distese erbose delle pianure sterminate, dalla dune del deserto alla densa vegetazione delle foreste rigogliose, il paesaggio africano ammalia e seduce grazie alla sua varietà di scorci, colori e profumi, costantemente mutevoli dall’alba al tramonto. All’interno dell’ultima fragranza appartenente alla collezione Cuirs Nomades, un vortice di spezie e note aromatiche che avvolgono il cuoio in un morbido abbraccio.

Ecco infine l’ispirazione, che traspare dalle parole di Clara:

Il paesaggio. Gli ampi spazi aperti. La vastità. La savana. Una fauna e una flora incredibilmente cinematografiche. Questa visione dell’Africa dà luogo a una fragranza altrettanto sconfinata?

È di certo una fragranza generosa, nella sua profusione e nella sua capacità di dare alla testa. L’opposto del minimalismo, ellittica, suggestiva, che naturalmente non preclude sottigliezza.

C’è stato una precisa memoria guida che ha aiutato a creare il mondo immaginario di African Leather?

Alcuni anni fa sono stata in safari in Sudafrica, al confine con il Mozambico, dove stavo in una piccola riserva gestita su scala umana. Alcuni degli elefanti avevano buchi nelle orecchie, cicatrici di battaglie vicino al confine… I miei ricordi dell’Africa sono sempre estremi: il pericolo, i colori, la bellezza. Sono immagini sature.

Che cos’è African Leather? Animale, scuro, spesso, mimetico, fragrante e pronunciato? Più impulsivo dei precedenti cuoiati?

Al contrario: abbiamo cercato di miscelare la fauna alla flora e rendere il cuoio un elemento vitale della natura africana. È potente, naturalmente, ma in modo soffice e aggraziato. È un cuoio molto grafico, con motivi stupendi…

 

Marina Donato

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