L’anima di Coquillete Paris

17 Feb 2015

 

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Il progetto Coquillete Paris nasce a Parigi dall’incontro tra due donne, Elise Juarros e Rosa Vaia, e prende forma nell’autunno 2012, dando vita nel corso del tempo a sei fragranze dalla spiccata personalità…

Noi di Neos 1911 abbiamo deciso di intervistare le creatrici, per addentrarci nella conoscenza di questo giovane marchio che riesce a combinare in ogni singola composizione olfattiva l’inconfondibile fascino francese alla concretezza tipicamente italiana.

Cosa vuole rappresentare per Voi il nome “Coquillete”?

R. Quando ci siamo conosciute a Parigi ed è nato il nostro sodalizio professionale e umano, chiesi una mail ad Elise e lei mi lasciò la sua casella hotmail che era appunto coquillete. Le chiesi perché questo nome buffo (in Francia è un tipo di pasta a forma di conchiglia) e lei mi spiegò che la madre la chiamava così da bambina. Quando decidemmo di produrre Herat con un nostro marchio, ci sembrò carino ricordare quel giorno attraverso un nome che raccontasse della nostra amicizia e che ricordasse la Francia, ma anche l’Italia ed un suo prodotto tipico.

E. Il nome coquillete rappresenta in un detto francese una bambina vispa ed anche “monella”, noi siamo un po’ così. Giochiamo molto con il nostro lavoro e chi ci segue stabilisce un contatto “easy” con noi, anche nella composizione ricerchiamo sempre la qualità ma senza ingessature o virtuosismi aristocratici, ci scrivono in tanti e da tutto il mondo ed è bello leggere che “coquillete” è un percepita come un genere, una sorta di firma.

Quali emozioni volete suscitare negli appassionati della profumeria artigianale con le vostre fragranze in versione Extrait de Parfum (concentrate al 20%) dalla scia molto avvolgente e persistente?

E. Le emozioni che noi mettiamo nel nostro lavoro, che è anche una passione, non necessariamente corrispondono alle emozioni che ognuno prova indossando un nostro profumo. Usiamo lavorare nella versione extrait perché riteniamo che il profumo sia un elemento di distinzione della persona e che quindi vada sentito e magari apprezzato anche da chi è nei “paraggi”.

Il packaging composto di cartone e velluto è molto particolare e si fonde in un tutt’uno con l’anima della fragranza. Com’è nata l’idea di questa confezione così insolita?

R. L’idea nasce da Elise ed ha una finalità dapprima pratica poi estetica. Volevamo un pack che fungesse anche da protezione per i nostri extrait, incastrarla nel cartone nero ci sembrava una soluzione ottimale per proteggere la fragranza dalla luce. Il velluto è una sorta di vestito che avvolge e rifinisce il tutto.

I vostri profumi hanno voluto rappresentare luoghi, viaggi, momenti da ricordare per poi arrivare fino a Tudor – l’ultimo nato venuto alla luce nel 2014 – che evoca una Rosa composta più da spine che da petali, caratterizzata da un fascino estremamente androgino. Da cosa è nata la vostra ispirazione?

E. Tudor vuole essere per noi un profumo più maturo, meno instintivo degli altri. In esso raccontiamo quello che è stato il nostro percorso in questa avventura professionale ed in genere di vita. La metafora della rosa con le sue spine ci ha aiutato a rappresentare il viaggio verso la parte più intima di noi stessi.

R. Abbiamo rappresentato Tudor attraverso la bellezza androgina di Enrie Scielzo perché volevamo rimarcare il messaggio universale dei cicli della propria storia personale e collettiva, il tormento, lo smarrimento, l’energia, la paura ed infine l’armonia con la natura che riequilibra tutto. Nel video non ritroviamo un genere, un luogo preciso, un abito, una caratterizzazione del personaggio, è tutto sospeso, da costruire. Il profumo è questo, un elemento intellegibile, diventa sostanza e prende forma solo nella nostra mente ed assume significato sempre diverso a seconda della nostra sensibilità. Tudor è un tributo alla nostra passione che va ben oltre una piramide olfattiva, e dall’indice di gradimento che ne è conseguito pare il messaggio sia arrivato.

Nel 2015 il progetto di Coquillete Paris è quello di entrare nelle case degli appassionati, grazie alla nuova linea di fragranze per ambiente “Coquillete Home”. Volete parlarcene?

R. È da tempo che pensiamo ad una nostra proposta per la casa, ma abbiamo avuto bisogno di tempo per creare una proposta che tenesse conto del nostro gusto e visione. Abbiamo da poco presentato dei prototipi ad Homi 2015 dove abbiamo riscontrato un ottimo consenso di pubblico. Abbiamo voluto riproporre i nostri criteri di persistenza (le fragranze hanno una concentrazione del 10% contro il 3/5% canonico) di costruzione (le sei profumazioni presentano delle piramidi ricche e sfaccettate) ed infine di versatilità (i profumi possono essere indossati ed apprezzati sulla pelle).

E. Le sei fragranze presentate sono Sweet Dreams, una carezza notturna che ci accompagna nei sogni, un profumo delicato e impalpabile come talco, fresco come lenzuola di seta; Fleurs En Bois, un ricco mix di fiori e legni per favorire il relax e stimolare la mente, dedicato a chi ama odori corposi ed opulenti; Vanille Mon aMOUr, una fragranza golosa, calda e avvolgente con note di vaniglia del Madagascar e caramello mou; Lime & Limette, un cocktail fresco e brioso che profuma l’ambiente con vigore e vivacità, frizzante ed energetico; Teak & Spices, fibre di legno di teak e l’aroma speziata dello zafferano per un profumo consistente intenso e stuzzicante. A tratti pungente ed audace, per chi osa ma con ricercatezza e infine Polvere di Patchouli, dedicato a chi ama il patchouli preso nella sua essenza umida e polverosa. Un profumo terreo, intenso, aspro e dolce allo stesso tempo.

Sogni e progetti chiusi in un cassetto, che probabilmente prenderanno “aria” nel prossimo futuro?

R. Stiamo lavorando a delle collaborazioni con marchi che rappresentano la tradizione e l’eccellenza italiana nel mondo, ma è troppo presto per parlarne…

E. Stay Tuned!


Marina Donato

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